Itinerari dal mondo

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BARCELLONA. L’ESTRO DI GAUDÍ PLASMA LO SKYLINE DELLA CITTÀ CATALANA

Il modernismo di Barcellona si sposa alla perfezione con l’eclettismo del grande architetto di Reus.

di Fabio Massimo Penna

Barcellona e il modernismo. Il volto di Barcellona è dominato dallo stile architettonico modernista. La città catalana nell’Ottocento è in piena espansione economica e bisognosa di un rinnovamento a livello architettonico, divenendo terreno fertile per la ricerca estetica modernista, dominante all’epoca in Spagna, i cui capisaldi erano la flessuosa linea curveggiante e la preponderanza dell’ornamento floreale. Il movimento affondava la propria ispirazione nelle forme della natura con una linea ondulata e una straordinaria ricchezza decorativa. Una grande ondata innovativa impetuosamente percorre l’Europa, nel periodo che va dal 1890 alla prima guerra mondiale, nelle arti figurative e applicate e nell’architettura. In Spagna il movimento viene definito   “Modernismo” in Italia è chiamato stile “Liberty” (o floreale), in Germania” Jugendstil”, ma più in generale viene definito “Art Noveau”. Alla radice di questa corrente vi è il desiderio di una qualità artistica ed estetica diffusa in grado di permeare le città e le vite dei cittadini. In questa maniera anche il quotidiano, il banale, l’ordinario viene elevato a livello di esperienza estetica, anche nell’oggetto comune si può trovare un valore poetico. In questa temperie culturale si sviluppa la tendenza modernista di Barcellona e nasce così uno skyline dominato da grande libertà, fantasia e movimento nel quale si inserisce armoniosamente l’estro di Antoni Gaudì.

Un cantiere infinito. Iniziata nel 1883 la Sagrada Familia, opera di una vita di Antoni Gaudì, è ancora in costruzione. La dedizione al progetto dell’architetto di Reus è tale che negli ultimi due anni di vita trasferisce la sua residenza all’interno del cantiere. Tutto inutile: egli non vedrà mai la fine dei lavori. Anche perché il 7 giugno 1926 Gaudì viene travolto da un tram e muore tre giorni dopo in ospedale. A suggello della sua unione con la Sagrada Familia l’architetto viene sepolto nella cripta della costruzione religiosa. Nel progetto inziale erano previste diciotto torri ma solo otto sono state effettivamente edificate. La struttura è un chiaro esempio di verticalismo gotico con le torri slanciate che si allungano verso il cielo. La rastremazione delle torri, i portali a sesto acuto, le finestre oblunghe confermano lo scatto verso l’alto del complesso concluso da una serie di guglie policrome. L’interno ricorda una foresta di pietra con le colonne che rinviano agli alberi di eucalipto. Queste colonne inclinate sono un vero capolavoro ingegneristico con la loro capacità di assorbire le spinte orizzontali.

Abitazioni fiabesche. L’eclettico estro di Gaudì e la sua creatività decorativa trovano massima espressione in Casa Battlò. Qui le novità architettoniche spezzano i legami con la tradizione per realizzare una dimora strabiliante e utopistica. Il tetto a dorso di dinosauro con la sua linea ondulata, il mosaico formato da frammenti di ceramica che riflettono la luce del sole, i balconi a forma di maschera carnevalesca, il bulbo che conclude la torretta: tutto contribuisce a conferire alla facciata un aspetto incantato da fiaba o da stato onirico. L’ornamentazione, fatto tipico in Gaudì, pare trarre ispirazione dalle forme animali e vegetali. La stessa libertà architettonica innerva Casa Milà, detta la pedrera per il suo aspetto da cava di pietre. La facciata, mossa da forme ondulate e da un gioco di concavo e convesso segue, con la sua rotondità, l’andamento della strada sulla quale affaccia. La linea mossa domina il tetto sul quale l’architetto scatena tutta la sua fantasia nelle estrose forme degli imponenti camini che si stagliano come sculture astratte.

Il parco delle bizzarrie. La stessa interminabile sequenza di invenzioni formali è presente nel rigoglioso Parco Guell, autentica miniera di trovate fantastiche. L’ingresso con la scalinata doppia è dominato dalla scultura policroma a mosaico di un’enorme salamandra. La sala delle colonne mostra nel soffitto una serie di coloriti medaglioni a mosaico ed è sostenuto da una foresta di colonne doriche scanalate che nella zona inferiore sono avviluppate da un mosaico monocromo a tessere bianche. Sulla terrazza una sequenza di panchine, la cui forma richiama le tazze da tè, è  adornata da un mosaico a pezzetti di piastrelle e vetri colorati a motivi fantastici che segue  l’andamento ondulato della balconata. Nella sua incontenibile fantasia l’architetto di Reus realizza delle vie al chiuso scavate nella roccia e sorrette da muri inclinati. Come succederà in seguito per la Sagrada Familia, Gaudì abiterà per un periodo all’interno del parco nella vecchia casa della famiglia Guell.

Architettura contemporanea. Nello skyline di Barcellona si staglia, quasi contrapponendosi alle torri della Sagrada Familia in una sfida verticale, la Torre Agbar di Jean Nouvel. La struttura si erge come un aerodinamico campanile ultramoderno, con la sua forma di missile, una striscia di colore che con i suoi riflessi azzurri mima un geyser che divampa sorgendo dal terreno cittadino.

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