Itinerari dal mondo

Il mondo è un libro, e quelli che non viaggiano ne leggono solo una pagina.

DA PIEVE DI CADORE A MONACO. L’IRRESISTIBILE ASCESA DI TIZIANO

Grande maestro del tonalismo veneto, insieme a Giorgione, Tiziano domina artisticamente a Venezia e raggiunge una straordinaria fama mondiale.

di Fabio Massimo Penna

Come abbiamo visto in un precedente articolo Tiziano Vecellio, allievo e collaboratore di Giorgione, era un pittore dalla grande padronanza tecnica, capace negli ultimi anni di vita di dipingere immergendo le dita nel colore per poi realizzare l’opera a ditate. Questa tecnica lasciò stupito Giorgio Vasari perché se da vicino i dipinti sembravano un confuso ammasso di colori da lontano si rivelavano essere lavori perfettamente definiti. Un impressionista ante litteram potremmo definirlo. In effetti il cadorino è uno dei massimi pittori della storia dell’arte. La sua lunga vita (muore all’incirca all’età di ottantasei anni) lo vede passare da un incarico prestigioso all’altro e ad affermarsi incontrastato fino a diventare l’autentico dominatore di Venezia dal punto di vista artistico. Insieme a Giorgione è la massima espressione del tonalismo veneto, la tecnica pittorica fondata non sul disegno, che viene eliminato, ma sulla giustapposizione di colori. Della prima collaborazione tra i due grandi artisti, gli affreschi per il Fondaco dei Tedeschi, non è rimasto quasi nulla mentre per le prime opere di Tiziano, data la sua grande capacità di assimilare l’innovativo linguaggio di Giorgione, l’attribuzione è incerta perché alcuni vi vedono la mano del cadorino altri quella del maestro di Castelfranco Veneto. Esemplare è in questo senso Il concerto campestre del Louvre che però viene dalla maggioranza degli studiosi ritenuto di Tiziano.

La prime opere documentate del cadorino sono gli affreschi della Scuola del Santo a Padova tra i quali risalta Il miracolo della donna ferita. Inizialmente ottengono grande successo le tele con soggetto profano come L’amor sacro e l’amor profano (conservato a Roma presso la Galleria Borghese), opera dal perfetto equilibrio di elementi verticali e orizzontali fondato sulla contrapposizione di due belle fanciulle, una vestita con abiti eleganti e l’altra nuda, in una probabile simbolica raffigurazione dell’amore terreno e di quello celeste. L’opera che segna la prima parte della vita di Tiziano è la tavola de L’Assunta dei Frari (1516-1518) dipinta per la Chiesa di Santa Maria Gloriosa dei Frari a Venezia. La monumentale pala (690×360 cm) è dominata dalla magniloquenza dei gesti e dall’energica stesura dei colori che le conferiscono una grande teatralità. A livello cromatico colpiscono l’occhio dell’osservatore il rosso delle vesti (il famoso rosso Tiziano) e l’abbagliante luce dorata del sole. Di pochi anni successiva è la tela della Pala Pesaro (Venezia, Santa Maria dei Frari) impostata sulla diagonale della fuga prospettica delle due monumentali colonne in primo piano con il punto di fuga che cade fuori dall’opera ribadendo l’ambizione di aprire lo spazio verso l’infinito.

 Al pittore veneto si deve anche uno dei grandi nudi dell’arte mondiale, la Venere di Urbino (Galleria degli Uffizi a Firenze) opera connotata da una sensualità concreta. Il bel corpo femminile, realizzato con i trapassi di colore, adagiato mollemente su di un letto in una fastosa camera rinvia alla Venere di Dresda di Giorgione alla cui realizzazione il cadorino aveva contribuito. La donna guarda arditamente lo spettatore mostrandosi consapevole della propria avvenenza. La grande fama dell’artista di Pieve di Cadore travalica i confini italiani e Carlo V lo invita in due occasioni ad Augusta. Al monarca Tiziano dedica lo straordinario ritratto equestre Carlo V di ritorno dalla battaglia di Muhlberg (Madrid, Museo del Prado), lavoro dominato in primo piano dal cavallo nero di Carlo V con drappo e pennacchio rossi di fronte a un paesaggio colto al crepuscolo con le nuvole  bianche e il cielo cobalto.

 Le ultime opere del cadorino mostrano quella pittura sfranta, incandescente, che dissolve i contorni, tirata a macchie della quale si parlava a inizio articolo. I fulminei colpi delle dita rimarcati da una luce intensa che sfalda le forme dominano la tarda Incoronazione di spine della Alte Pinakothek di Monaco e il potente Marsia Scorticato del Museo Nazionale di Kromeriz, che rappresenta la crudele punizione del satiro che aveva osato sfidare in una gara musicale il dio Apollo.

Leave a Reply