NORIMBERGA. UNA CITTÀ RICCA DI ARTE E STORIA.
5 Aprile 2020
La città tedesca è stata sede del processo ai criminali nazisti e ha dato i natali al massimo pittore tedesco, Albrecht Durer.
di Fabio Massimo Penna
Il nome della città di Norimberga è legato indissolubilmente ai tragici avvenimenti della seconda guerra mondiale e della dittatura di Hitler. A conflitto terminato le grandi potenze mondiali riunite a Potsdam stabiliscono la formazione del tribunale di Norimberga preposto a giudicare i crimini di guerra commessi dai nazisti. La città è dotata di un grande Palazzo di Giustizia nei pressi del quale si trova una prigione. Qui, dal 20 novembre 1945 al 31 agosto 1946, si svolge processo più conosciuto della storia dell’umanità. Inoltre, Norimberga è tristemente famosa per aver ospitato il congresso del partito nazista del settembre 1934. L’odioso raduno venne immortalato dalla sapiente macchina da presa di Leni Riefenstahl nel film Il trionfo della volontà (1935). Altra testimonianza del passato nazista è la spianata dei congressi del partito nazionalsocialista, edificio di vaga ascendenza razionalista innervato di monumentalità magniloquente e rigore geometrico. L’opera venne progettata da Albert Speer, architetto compromesso con il nazismo, che proprio il tribunale di Norimberga condannerà a venti anni di carcere.
Al di là di queste memorie dei tragici avvenimenti del Novecento, la città ospita molti importanti capolavori architettonici e artistici risalenti al Cinquecento e al Seicento. Notevole è la chiesa di San Sebaldo, dedicata al patrono della città, che è un esempio di commistione di romanico e barocco. Si tratta di una basilica ripartita in tre navate e incorniciata da due torri. Ѐ la chiesa più antica di Norimberga e, purtroppo, è stata quasi completamente distrutta durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale. Al suo interno è collocata la splendida tomba-reliquario di San Sebaldo, una struttura in bronzo realizzata dall’orafo Pieter Vischer il vecchio nel 1515. Ѐ un imponente baldacchino adornato di statue che attesta la propensione di Norimberga per la lavorazione dei metalli. Di grande impatto è anche Pellerhaus, esempio di edificio tardogotico, caratterizzato da due spioventi. La facciata presenta un bugnato liscio nei piani inferiori e una serie decrescente di finestre che dona leggerezza alla costruzione in quelli superiori. L’insieme è completato da guglie e da un frontone arcuato sul quale domina una statua. Altra architettura di grande valore storico e artistico è il Castello Imperiale, una fortificazione medievale che domina la città. Sorto come residenza dei governanti, il castello ha subito gravi danni nel corso della seconda guerra mondiale per venir in seguito ricostruito. La costruzione è suddivisa in tre parti differenti: il Castello Imperiale, il Palazzo Comitale e gli edifici comunali della città. Nella chiesa di San Lorenzo si può ammirare L’annunciazione (1517-19) di Veit Stoss, gruppo ligneo policromo con la Vergine e l’angelo avviluppati da un anello di angeli e simboli sacri. Stoss è uno scultore capace di innervare la propria opera di una robusta tensione drammatica. Nativo di Norimberga, l’artista fu a lungo in Polonia, dove lavorò a Cracovia (Altare per Santa Maria, tomba di Casimiro al duomo).
Nei pressi del Castello Imperiale si trova la Durer-haus la casa-museo del pittore Albrecht Durer. Qui l’artista tedesco visse e lavorò tra il 1509 e il 1528. Durer è, senza ombra di dubbio, il più importante pittore tedesco nella storia dell’arte. Norimberga è, tra la fine del Quattrocento e gli inizi del Cinquecento, un centro culturale ed economico tra i più importanti della Germania, luogo di richiamo per banchieri, mercanti e artigiani. In questa ricca e prosperosa città Durer nasce nel 1471, si forma presso la paterna bottega di oreficeria e, in seguito, alla scuola di Wohlgemut dove viene indirizzato verso la xilografia e l’incisione. Da queste esperienze deriva la sua linea del disegno tagliente ed espressiva. Due viaggi a Venezia (il primo tra il 1494 e il 1495, il secondo tra il 1505 e il 1507) lo avvicinano alla qualità cromatica e alla resa plastica di Giovanni Bellini e lo introducono alla pratica della prospettiva. Durante il secondo soggiorno in laguna l’artista tedesco dipinge il suo capolavoro giovanile La festa del rosario (1506), tavola in cui la piramide formata dalla Vergine, il Bambino, gli angeli e gli oranti inginocchiati è attorniata dall’affastellarsi di un gran numero di figure. L’opera rivela l’influenza di Leonardo soprattutto nel concatenarsi dei gesti e degli sguardi. La qualità di ritrattista di Durer è evidente nei suoi autoritratti tra i quali emerge Autoritratto con i guanti (1498) in cui si raffigura di tre quarti con lo sguardo rivolto verso lo spettatore. La figura è tagliata sotto il gomito da un parapetto e a movimentare il dipinto vi è una finestra che affaccia su di un paesaggio nordico. Durer è uomo dai molteplici interessi e, da attento osservatore della natura, effigia una simpatica lepre in Leprotto (1502). Grande successo hanno anche le sue xilografie nelle quali mostra una straordinaria propensione verso il mondo immaginario e visionario come dimostrano le opere La malinconia, Il cavaliere. la morte e il diavolo, San Michele e il drago.