Palio di San Michele. Bastia Umbra tra recite, danze e gare sportive
Palio di San Michele. Bastia Umbra tra recite, danze e gare sportive
di Fabio Massimo Penna
Il Palio di San Michele è una manifestazione che si è svolta per la prima volta nel 1962 a Bastia Umbra e da allora è un appuntamento imperdibile per i cittadini e i turisti. Dedicato a San Michele Arcangelo, patrono della città, il Palio trasforma la piazza principale in un palcoscenico all’aperto sul quale i quattro rioni urbani Moncioveta, Portella, San Rocco e Sant’Angelo si fronteggiano in tre diverse sfide: sfilate, giochi e lizza. Grande è l’effetto spettacolare delle sfilate con maestose scenografie mobili e fisse, esibizioni teatrali e coreografiche. Le imponenti macchine sceniche diventano lo sfondo sul quale si esibiscono (recitando, mimando e ballando) uomini, donne e bambini. Con i giochi si passa, invece, alle attività sportive che trovano il loro momento culminante nella lizza, una staffetta 4 x 400 metri. Alla fine il Palio viene consegnato al rione che si è distinto nelle varie sfide. La manifestazione è anche l’occasione per gustare le prelibate specialità umbre nelle varie taverne dei rioni. La 51° edizione del Palio di San Michele si svolge a Bastia Umbra dal 19 al 29 settembre 2013. Per saperne di più si può contattare l’Ente Palio de San Michele ai numeri telefonici 075.8011525 / 339.5750486 o andare sul sito www.paliodesanmichele.it .
Bastia Umbra, comune in provincia di Perugia, è attualmente un rilevante centro agricolo nonché un importante polo industriale e commerciale. Notevole è anche l’attività fieristica che ha un momento fondamentale con la manifestazione “Umbriafiere”. Bastia era probabilmente un’insula romana come si evince anche dai resti archeologici rinvenuti nel sito. Nel Quattrocento la città finisce sotto il dominio del condottiero Braccio da Montone prima di passare sotto Malatesta Baglioni. Nel 1580 viene presa da Filippo Boncompagni, nipote del pontefice Gregorio XII. Nell’Ottocento, dopo l’invasione di Napoleone passa allo Stato Pontificio e nel 1861 diviene parte del Regno d’Italia.
Importante dal punto di vista artistico è la chiesa di San Michele Arcangelo, nella quale è conservato il prezioso “Polittico di Sant’Angelo” (1499) di Nicolò Alunno. L’arte dell’ Alunno mostra una vasta conoscenza delle esperienze artistiche a lui contemporanee. L’eredità della scuola umbra del Trecento, con i suoi accenti patetici, e le istanze gotiche si integrano con le novità rinascimentali che arrivavano dalla Toscana. I suoi inizi in ambiente umbro-marchigiano risentono delle raffinatezze del Gotico Internazionale di gusto fiorito ma ben presto il punto di riferimento essenziale per il pittore di Foligno diventa Beato Angelico, influsso declinato con un fine naturalismo e una tendenza all’esasperazione caricaturale. Le sue figure si stagliano nette nei dipinti e mostrano un’accentuazione drammatica che rinvia anche ai lavori di Donatello. Talune asprezze stilistiche denotano influenze nordiche. Questi riferimenti culturali sono evidenti nel “Polittico di San Severino” (1468) della Pinacoteca Civica P. Tacchi Venturi di San Severino Marche, in cui la conoscenza di Jan Van Eyck è dimostrata dalla precisa descrizione dei dettagli e le persistenze gotiche da un uso dèmodé del fondo oro. La forte carica espressionistica del suo stile è evidente nella “Crocifissione fra i santi Francesco e Bernardino” (1497) della Pinacoteca Comunale di Terni. Tra le altre opere dell’Alunno ricordiamo la “Madonna con Gesù Bambino fra san Giovanni Battista e San Sebastiano” (1482) della chiesa di San Giovanni Battista a Cannara e il “Polittico di Montelparo” (1466) della Pinacoteca Vaticana.