Itinerari dal mondo

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Visite nel Lazio. Da Sermoneta medievale alla flora lussureggiante di Ninfa

di Fabio Massimo Penna

Sermoneta è uno splendido borgo medievale. Costruita dai Volsci, Sermoneta visse un periodo di abbandono a causa delle invasioni barbariche prima di divenire  nel 1418 un feudo della famiglia Caetani. La cittadina si sviluppa in maniera circolare attorno alla struttura del castello che domina tutto il borgo. Le abitazioni sono caratterizzate da un colore chiaro conferito loro dal classico calcare proveniente dalle cave dei monti Lepini. Un tempo importante centro per la produzione di panni di lana, Sermoneta ospitò una rilevante comunità ebraica come testimonia la  sinagoga di via Guglielmo Marconi incorporata in un’abitazione privata. Fulcro cittadino è il castello Caetani, sfarzosa rappresentazione architettonica dell’importanza della famiglia nel luogo, che, però, deve la fase iniziale della sua costruzione  alla famiglia Annibaldi che aveva all’epoca un ruolo decisivo per la città. Il castello è caratterizzato  dal grandioso mastio che si impone possente nel panorama di Sermoneta. Altre zone della rocca degne di nota sono l’imponente sala dei baroni, connotata da tre archi a ogiva e le camere pinte adornate da scene mitologiche di un pittore di scuola del Pinturicchio. Nel 2011, in occasione delle celebrazioni dei 150 anni dell’unità d’Italia, a castello Caetani si è esibita la banda musicale dei Carabinieri diretta dal M° Massimo Martinelli.

Di notevole valore artistico è anche la cattedrale di Santa Maria. Inizialmente edificata in  stile romanico venne poi modificata acquisendo un aspetto gotico. Da qui deriva una connotazione originale dovuta ai caratteri romanici sui quali si innesta un vigoroso rinnovamento gotico. I segni distintivi del romanico sono riscontrabili in particolare nel campanile contrassegnato da bifore, una pronunciata dentellatura  e  tondi di ceramica policroma. La parte interna mantiene lo stesso amalgama dei due differenti stili artistici. Tra le decorazioni pittoriche della cattedrale spicca la “Madonna che presenta Sermoneta”, quadro ritenuto di Benozzo Gozzoli. Il fiorentino Benozzo di Lese, detto Gozzoli,  allievo e collaboratore di Beato Angelico, caratterizza la sua opera per la dolcezza dello stile e l’eleganza cromatica. Suo capolavoro assoluto è “La cavalcata dei Magi” di palazzo Medici-Riccardi a Firenze, affresco dai toni fiabeschi nel quale una processione interminabile di cavalieri e fanti si snoda in un ambiente roccioso costituendo un insieme in cui i dettagli sono curatissimi e i personaggi raffigurati sono precisi ritratti di rappresentanti della famiglia Medici. 

Poco lontano da Sermoneta si trova la “città morta” di Ninfa, luogo pieno di rovine al cui interno si trova un magnifico giardino. Centro urbano importante già in epoca romana, Ninfa deve il suo nome al tempio dedicato alle ninfe che si trovava nella zona. I primi insediamenti dai quali si sviluppa la città sono dovuti ai veterani di Silla ai quali le terre erano state attribuite. L’apice dello sviluppo urbano si ha nel Medioevo quando la zona viene  protetta da una cinta muraria dentro la quale erano stati costruiti edifici dei quali si possono ammirare ancora i resti.  Ninfa entra a far parte dei vasti possedimenti della famiglia Caetani, che gode dell’approdo al soglio pontificio di Bonifacio VIII. Alla morte del pontefice i territori dei Caetani subiscono gli attacchi dei nemici della famiglia. Dopo alterne vicende (la conquista del sito da parte della famiglia Annibaldi, l’assegnazione del territorio al declinante ramo palatino della famiglia Caetani) fila città subisce l’attacco distruttivo del 1381 scagliato dagli abitanti di Sermoneta, Bassiano e Sezze. Da qui il sito, persa la dimensione di centro urbano, comincia il suo tramonto, fino a quando nel 1921 Gelasio Caetani, fatto bonificare il terreno, avvia la realizzazione del giardino. Questo incantevole “giardino delle delizie” ospita esemplari botanici di tutte le zone del mondo, che spesso hanno bisogno di habitat particolari ma che qui riescono a prosperare  e a dar vita a una flora lussureggiante. I viali sono abbelliti da una varietà straordinaria di piante dai lecci, alle querce, ai faggi rossi californiani, agli aceri giapponesi, ai ciliegi cinesi. Il giardino ospita anche quello che è ritenuto il più grande pioppo tremulo di tutta l’Italia. Tra le rovine del sito di notevole interesse è la chiesa di Santa Maria Maggiore con la vicina e imponente torre campanaria del Milleduecento. L’interno ripartito in tre navate è abbellito da affreschi risalenti al XIII-XIV secolo.