Itinerari dal mondo

Il mondo è un libro, e quelli che non viaggiano ne leggono solo una pagina.

Villa Valentina. Relax e benessere tra natura e città d’arte

di Fabio Massimo Penna

Incastonata nell’incantevole scenario delle valli umbre, Villa Valentina gode di un fantastico panorama e, come resort e spa, offre ai suoi ospiti la possibilità di rilassarsi e curare il proprio benessere fisico e spirituale. Bagno rivitalizzante, sauna finlandese, aromaterapia, massaggio agli oli essenziali, trattamento di bellezza. Per la gola poi pasta preparata giornalmente, vino di Petretto, verdura dell’orto, carne di produttori della zona. E per non farsi mancare nulla un bel bagno nell’ acqua termale Monteserra.  Dopo qualche giorno in questo paradiso affrontare lo stress della vita cittadina sembrerà più semplice. Per chi volesse saperne di più segnaliamo il sito www.villavalentinaspa.it e per i contatti l’indirizzo e-mail è info@villavalentinaspa.it e i numeri di telefono  +39 075 9420172 / +39 075 9413418. Posta in una posizione ottimale nelle valli umbre Villa Valentina offre anche di raggiungere facilmente incantevoli città che vale sicuramente la pena visitare. Vi proponiamo un possibile itinerario.

Umbertide. Un tempo conosciuta con il nome di Fratta, Umbertide è una città ricca di splendidi monumenti. La rocca trecentesca è una maestosa fortezza medievale formata da una struttura in cui risaltano una torre quadrata, due torrioni di forma circolare e un bastione. La costruzione è attualmente adibita a sede del Centro per l’Arte Contemporanea. Tra gli “ospiti” più noti della rocca vi è Andrea Fortebracci, detto Braccio. Ospite obbligato in quanto il famoso capitano di ventura vi fu imprigionato nel 1394. Il condottiero aveva tentato di conquistare la fortificazione in un’irruzione notturna ma scoperto era stato sconfitto e rinchiuso nella rocca stessa. Per la sua libertà i familiari dell’importante uomo d’arme furono costretti a consegnare il castello di Montone al capo dei perugini Biordo Michelotti. Notevole è anche la Collegiata di Santa Maria della Reggia progettata da Galeazzo Alessi e Giulio Danti. Il perugino Alessi ha avuto un ruolo importante nel determinare l’aspetto della città di Genova, dove prese parte ai progetti per l’apertura di Via Nuova e realizzò villa Cambiaso e villa Sauli. Importanti tracce di sé Alessi ha lasciato anche a Milano con l’edificazione di Palazzo Marino e della chiesa di San Barnaba. 

Montone. Nei pressi di Umbertide si trova Montone, comune immerso nel verde dell’ Alta Valle del Tevere e legato alla figura del condottiero Andrea Fortebracci, detto Braccio. Antica contrada medievale, Montone è uno dei “Cento borghi più belli d’Italia”. Tra i monumenti più suggestivi del paese va segnalata la chiesa gotica di San Francesco, connotata dal portone di legno intagliato, di epoca cinquecentesca, realizzato da Antonio Bencivenni. A Montone si tengono importanti manifestazioni culturali come la nota celebrazione della “Donazione della Santa Spina”, la rassegna dei Maestri Fabbri Forgiatori e l’Umbria Film Festival.  

Gubbio. Le prime tracce di insediamenti nella zona di Gubbio risalgono al Paleolitico mentre nelle vicinanze della città sono stati trovati siti collocabili nell’età del Bronzo. In seguito divenne alleata di Roma e, demolita dai Goti nel 522 e ricostruita, divenne parte del dominio dei bizantini. Dopo essere stata sotto la signoria dei Montefeltro e quella dei Della Rovere, nel 1624 Gubbio divenne parte dei possedimenti dello stato pontificio. Il suo appellativo di “città del lupo” è dovuto alla famosa vicenda di San Francesco e il lupo famelico. Tra i monumenti segnaliamo il trecentesco Palazzo dei Consoli, opera di Matteo di Giovannello e Angelo da Orvieto, che si presenta come una costruzione fondata sul concetto di armonia. La facciata in conci, in tre parti, è sovrastata da una leggera torre merlata. L’edificio attualmente è sede del Museo Civico. Notevole è anche il Palazzo Ducale con il suo splendido cortile rettangolare. Il progetto dell’edificio viene alternativamente ritenuto o del dalmata Luciano Laurana o del senese Francesco di Giorgio Martini. L’opera più importante di Luciano Laurana è il Palazzo Ducale di Urbino con la bellissima facciata dei torricini. Il completamento del Palazzo Ducale di Urbino è proprio di  Francesco di Giorgio Martini. L’architetto senese realizza anche imponenti rocche difensive come  quelle di San Leo, Mondavio e Sassocorvaro.  Altra realizzazione  notevole è il Palazzo della Signoria di Jesi mentre l’attività teorica dell’architetto senese produce il notevole  “Trattato di architettura civile e militare”.

Città di Castello. Città di Castello è uno scrigno di arte e bellezza. Nel suo skyline si staglia la figura imponente del Duomo con il suo originale campanile di forma cilindrica. L’interno si sviluppa in una sola navata con cappelle riccamente affrescate. Tra i dipinti conservati nel Duomo spicca la “Trasfigurazione” del grande maestro del manierismo Rosso Fiorentino (del quale si deve ricordare almeno la famosa “Deposizione” di Volterra).  Di grande valore artistico anche Palazzo Vitelli alla cannoniera che presenta una parte esterna con ornamenti realizzati su disegni di Giorgio Vasari mentre presso la trecentesca chiesa di San Francesco, rimaneggiata poi nel periodo barocco, era un tempo conservato il capolavoro di Raffaello “Lo sposalizio della vergine” ora alla Pinacoteca di Brera a Milano. Nella chiesa si trova attualmente una copia dell’opera. Città di Castello è famosa anche per aver dato i natali all’attrice Monica Bellucci e all’artista Alberto Burri. 

Considerata una delle attrici europee più affascinanti Monica Bellucci ha avuto una carriera importante sin dagli inizi. Dopo l’esordio ne “La riffa” (1991) di Felice Laudadio prende parte a “Dracula di Bram Stoker” (1992) di Francis Ford Coppola (è una delle diaboliche spose del famoso vampiro) mentre due anni dopo è tra i protagonisti della commedia di Carlo Vanzina “I mitici. Colpo gobbo a Milano”. Viene spesso chiamata da registi francesi quali Gilles Mimouni che la dirige in “L’appartamento” (1996) e Jan Kounen che la vuole in “Dobermann” (1997), pellicola nella quale recita accanto a Vincent Cassel.  Partecipa a “L’ultimo capodanno” (1998) di Marco Risi mentre nel 2000 è la protagonista di “Malèna” di Giuseppe Tornatore. Nel 2002 recita in “Irréversible” diGaspar Noè, film che provoca scandalo con una scena di stupro lunga nove minuti. Nel 2004 interpreta il ruolo di Maria Maddalena ne “La passione di Cristo” di Mel Gibson.  Paolo Virzì la vuole in “N come Napoleone” (2006) e Marco Tullio Giordana le affida il ruolo dell’attrice del cinema italiano degli anni Trenta e Quaranta Luisa Ferida in “Sanguepazzo” (2008).  Nel 2011 recita al fianco di Robert De Niro nell’episodio “Oltre” di “Manuale d’amore 3” di Giovanni Veronesi mentre nel 2013 prende parte al film “Benvenuti a Saint Tropez” di Danièle Thompson, opera sospesa tra tragedia e commedia che racconta i complicati rapporti fra due fratelli ebrei francesi. 

Alberto Burri è uno dei grandi protagonisti della stagione dell’ informale. Burri si dedica al versante materico di questa tendenza artistica che si diffonde in Europa, a metà del Novecento, contrastando l’idea della forma e ponendosi in antitesi all’ astrattismo-realismo. Fulcro della ricerca di Burri è la materia, in particolare quella logora, consumata dal troppo uso che testimonia con le sue lacerazioni e il suo deperimento lo scorrere del tempo, l’azione dell’uomo e degli agenti atmosferici. Il percorso dell’artista nelle vicissitudini della materia si articola in quattro fasi  fondamentali che si esprimono attraverso quattro differenti serie di opere. I sacchi  sono composti da una tela di juta attraversata da cuciture, strappi e rammendi che si dispongono in modo da formare un insieme armonico che rinvia a elevati valori morali. Le plastiche strappate e dilaniate da bruciature acquistano un aspetto che esprime l’attuale dramma delle umane sofferenze. I cretti (formati da ceramica cotta, caolino e massa resinosa) con il loro intrico di crepe rimandano al progressivo frantumarsi della terra. Tappa finale di questo tragitto nella materia è quella dei cellotex (pannelli di cartone industriale pressato).  Burri ha preso parte anche al gruppo Origine insieme a Mario Ballocco, Ettore Colla e Giuseppe Capogrossi. Intento del movimento era quello di liberare l’arte da tutte le sovrastrutture che la soffocano per approdare alle sue prime fasi nelle quali si poteva esprimere l’anima umana  e una natura primigenia e pura. Città di Castello conserva le opere del suo grande cittadino a Palazzo Albizzini, sede della fondazione Burri , e presso gli ex essicatoi del tabacco.